Originario dell’Asia minore, l’alloro, chiamato anche lauro, ha oggi un’area di diffusione che comprende tutta l’Europa meridionale e viene utilizzato come pianta medicamentosa e in cucina fin dai tempi antichi. Nella mitologia greco-romana si narra che Apollo si innamorò di Dafne e la giovane, per sfuggire alle attenzioni del Dio, si fece trasformare dalla madre in una pianta di alloro. Apollo, impotente di fronte a questa decisione, decise allora di onorarla rendendola sempreverde e sacra. Il nome botanico dell’alloro è Laurus nobilis: si ritiene che il termine “laurus” derivi dalla radice latina laudari (lodare), usata per evidenziare le proprietà curative della pianta “lodate” già dagli antichi, mentre l’aggettivo “nobilis” si riferisse alla grande considerazione di cui questa pianta godeva. L’alloro infatti nell’antica Roma veniva utilizzato per confezionare ghirlande che ornavano la fronte di imperatori, poeti e vincitori olimpici in quanto simboleggiava la sapienza e la gloria. Questa usanza è arrivata fino ai giorni nostri: in occasione della laurea è rimasta viva la tradizione di preparare corone d’alloro per gli studenti che hanno raggiunto questo importante traguardo.

La pianta

L’alloro è un arbusto sempreverde che, in base alle condizioni ambientali, può assumere la forma di un cespuglio o di un albero e giungere all’altezza di una dozzina di metri. Il tronco è liscio, dalla corteccia sottile di colore scuro, tra il verde oliva e il nero. Le foglie sono lunghe una decina di centimetri, hanno forma ovale e allungata e sono spesse e dure; il colore è verde intenso, brillante e lucido nella parte superiore e opaco tendente al grigio in quella inferiore. Esistono numerose specie di questa pianta: la più nota e diffusa è il Laurus nobilis.

Curiosità

Le possibilità di utilizzo delle foglie di alloro in cucina per aromatizzare pietanze e altre preparazioni sono molteplici: l’alloro contribuisce infatti in maniera insuperabile ad aromatizzare qualunque arrosto di carne e molte preparazioni a base di pesce al forno. Inoltre è un ingrediente fondamentale del court bouillon francese, il brodetto necessario per lessare pesci e crostacei o da utilizzare come base per preparare brodi e minestre. Il gusto aromatico dell’alloro si associa molto bene a quello dei legumi che possono essere insaporiti immergendo qualche foglia di alloro nell’acqua durante la lunga cottura. Noto è poi l’utilizzo delle foglie e dei frutti in liquoristica per la preparazione di liquori digestivi e particolarmente aromatici, come il Laurino tipico dell’Emilia Romagna. Per finire vi vogliamo dare un piccolo consiglio: per evitare che il pane grattugiato assuma il tipico odore di “chiuso”, provate ad aggiungere all’interno del barattolo una foglia di alloro e sostituitela di tanto in tanto!

In cucina

L’uso dell’alloro per le sue qualità aromatiche e terapeutiche risale veramente alla notte dei tempi: questo grazie ai principi attivi contenuti nell’olio essenziale di cui le foglie e i frutti sono ricchi. Questa pianta è stata largamente consigliata dagli autori classici per curare un’infinità di malanni, per esempio fu usato per molti secoli per le sue proprietà digestive e antisettiche. Fra gli usi domestici che si sono tramandati fino ai giorni nostri c’era l’abitudine di inserire foglie di alloro in recipienti chiusi contenenti alimenti deperibili con funzione di antimuffa, o di utilizzarne dei rametti all’interno degli armadi o fra le pagine dei libri per allontanare le tarme.Le foglie di alloro venivano poi bruciate per profumare gli ambienti o contrastare i cattivi odori. Ai giorni nostri possiamo preparare un bagno tonificante e particolarmente profumato versando un decotto ottenuto dalle foglie di alloro nell’acqua calda del bagno godendo per almeno quindici minuti dei vapori aromatici che si sprigioneranno. In alternativa possiamo versare il decotto di foglie in un catino con acqua calda e immergervi i piedi per almeno 10 minuti: li renderà meno stanchi dopo una giornata di lavoro e li lascerà piacevolmente profumati.