Il rosmarino è una delle più note piante aromatiche, molto conosciuta e diffusa già nell’antichità e oggi largamente utilizzata nella cucina mediterranea.
Il nome deriva dall’unione di due termini greci rops che significa arbusto e myrinos che significa odoroso.
Secondo alcuni però la sua origine potrebbe provenire dal latino, con due alternative: da “ros marinus”, rugiada marina, oppure da “rosa maris” rosa del mare perché originariamente la pianta cresceva in modo spontaneo sulle coste mediterranee.
È un arbusto cespuglioso sempreverde dal caratteristico profumo intenso di incenso e canfora.

Curiosità

Il rosmarino, Rosmarinus officinalis, è un arbusto appartenente alla famiglia delle Lamiaceae. Originario dell’Europa, Asia e Africa, cresce spontaneamente o viene coltivato nell’area mediterranea dal livello del mare fino alla zona collinare, ma si è acclimatato anche nella zona dei laghi prealpini e nella pianura padana, per lo più nei luoghi sassosi. È una pianta cespugliosa che raggiunge altezze che vanno dai 50 cm ai 3 metri, con radici profonde e fusti legnosi di colore marrone chiaro, molto ramificati. Le foglie, persistenti e resinose, sono lunghe 2-3 cm e larghe 1-3 mm. Dalla forma lineare-lanceolata sono addensate numerosissime sui rametti; di colore verde cupo lucente sulla pagina superiore e biancastre su quella inferiore, sono ricche di ghiandole oleifere. I fiori presenti da marzo a ottobre, nelle posizioni più riparate a intermittenza tutto l’anno, sono di colore lilla-indaco o, più raramente, bianco o azzurro pallido. Questa pianta richiede calore e luminosità e di essere riparata dal freddo.

In cucina

Nel simbolismo dei fiori, questa pianta sempreverde esprime il messaggio “sono felice quando ti vedo”: la tradizione popolare racconta infatti che portare sul cuore un ramoscello fiorito doni una grande felicità interiore. Legate al rosmarino esistono originali credenze e leggende: già i greci e i romani credevano che fosse in grado di rinforzare la memoria e per questo diventò simbolo di fedeltà per gli innamorati e venne utilizzato come ornamento per le corone delle spose durante le cerimonie nunziali. Ovidio, nelle Metamorfosi, racconta la storia della principessa Leucotoe, figlia del re di Persia, che sedotta da Apollo dovette subire l’ira del padre, che la uccise per la sua debolezza. La principessa si trasformò in una pianta dalla fragranza intensa, dalle esili foglie e dai fiori viola-azzurro pallido. Da questa leggenda deriva l’usanza degli antichi Greci e Romani di coltivare il rosmarino come simbolo d’immortalità dell’anima: i rami venivano adagiati fra le mani dei defunti e bruciati come incenso durante i riti funebri. Un’altra leggenda narra che un arbusto di rosmarino offrì riparo alla Madonna durante la fuga in Egitto, e poiché appese alla pianta il proprio mantello, i fiorellini divennero del classico colore azzurro. Anche Shakespeare accenna alla relazione fra il rosmarino e la memoria. Nel dialogo tra Ofelia e Amleto scrive: “Ecco laggiù il rosmarino, la pianta del ricordo” e poi ancora “C’è il rosmarino, per la rimembranza. Ti prego, amore, ricorda”.

Proprietà

Il caratteristico aroma del rosmarino non può mancare nei secondi a base di carne, come gli arrosti e le grigliate: non solo sul manzo e sul maiale ma anche sull’agnello, coniglio, anatra e oca. Le foglie essiccate, come quelle disponibili nelle confezioni Cannamela, vengono aggiunte per dare più sapore a molte altre pietanze, dalle patate al forno alle torte rustiche, sughi dalle salse ai patè. Tritato diventa ingrediente particolare per pane e focaccia e gustoso aromatizzante per olio e aceto. Chi in cucina vuole essere veramente originale può usarlo persino nei dessert: nelle torte, nelle confetture, candito o in aggiunta alla macedonia di frutta. Il rosmarino è utilizzato inoltre per la preparazione di liquorie il suo fiore viene aggiunto alle insalate per dare un aroma molto particolare.